Archivio mensile: febbraio 2018

Il mondo sinfonico di Schumann

La Seconda del compositore tedesco diretta con lucida qualità analitica da Alexander Lonquich alla testa di un'Orchestra del Teatro Olimpico magnificamente coesa e incisiva. La serata aperta dal Concerto per violino op. 19 di Prokof'ev, restituito con stile e suono di alta classe da Gregory Ahss

Il folgorante debutto di Albinoni

Al Teatro Malibran la prima esecuzione in tempi moderni di “Zenobia, regina de' Palmireni”, prima opera del compositore veneziano, rappresentata nel 1694. Partitura lussureggiante sia sul piano vocale che per varietà strumentale, diretta con gusto e fantasia da Francesco Erle. Di ottimo livello la compagnia di canto, elegante lo spettacolo firmato da Francesco Bellotto: una “mise en espace” ambientata all'epoca della composizione, che propone una parallelo fra l’imperatore Aureliano, personaggio del melodramma, e la figura storica del doge-condottiero Francesco Morosini

Keith Jarrett, il Leone stravagante

La Biennale Musica premia il celebre pianista jazz americano, stizzoso super-divo che ad ogni concerto lascia gli organizzatori con il fiato sospeso per le sue bizze e che spesso ha "litigato" con il pubblico in Italia. Una scelta a effetto che oltre l'arte improvvisativa sembra più che altro volta a celebrare il successo di mercato, e specialmente i fasti del "mitico" e ormai lontano concerto di Colonia (1975), che ha "fondato" la fama del musicista grazie agli oltre 4 milioni di dischi venduti

Le architetture sonore di Mehldau

Al teatro Ristori di Verona la prima nazionale di "Three pieces after Bach": una serie di Preludi e alcune Fughe dal Clavicembalo ben temperato sui quali il jazzista americano ha costruito composizioni innovative e complesse, totalmente autonome eppure indissolubilmente legate al pensiero bachiano. In ogni caso, musica profondamente pianistica, che della tastiera esalta ogni qualità espressiva

Vertigini bachiane per violino solo

Al Teatro Comunale di Vicenza la violinista Suyoen Kim ha iniziato l'integrale di Sonate e Partite per la Società del Quartetto, concludendo il suo concerto con la celebre Ciaccona. Con il suono "parlante" del suo Stradivari "Lord Newlands" un'interpretazione serrata, nitida, dalle fascinose sfumature

I furori di Otello fra i segni zodiacali

Il dramma lirico di Verdi e Boito tra le forzature vocali e interpretative del tenore Kristian Benedikt e una lettura registica (Francesco Micheli) che insegue una narrazione simbolica. E poi "trasfigura" il finale riunendo le due vittime in una rappacificazione che va in direzione opposto all'amaro pessimismo del compositore. Positiva la Desdemona di Monica Zanettin, misurato lo Jago di Vladimir Stoyanov

E la Vedova allegra balla il rock

Alla Fenice il popolare capolavoro di Franz Lehár è stato proposto in lingua originale e senza concessioni all'avanspettacolo. La regia di Damiano Michieletto colloca la storia fra anni '50 e '60, la ambienta prima in una banca sul punto di fallire e poi in un dancing, ma rispetta il meccanismo teatrale dell'operetta e ne sottolinea con particolare efficacia la vena malinconica e sentimentale. Compagnia omogenea ed efficace nel recitato come nel cantato, direzione chiaroscurale di Stefano Montanari