Archivio mensile: gennaio 2019

Don Giovanni, la seduzione è kitsch

Al teatro Filarmonico di Verona, la regia di Enrico Stinchelli - nota voce radiofonica dell'opera - carica eccessivamente lo spettacolo con il virtual design di Ezio Antonelli, tutt'altro che rifinito sul piano del gusto, e insegue non senza contraddizioni una lettura che punta a infarcire di effetti speciali un'impostazione da commedia dell'arte. Compagnia di canto diseguale, con in evidenza la Donna Anna di Laura Giordano e il Don Ottavio di Antonio Poli. Meno incisivo il protagonista Andrea Mastroni

Gli squisiti “pasticcini” di Massenet

A vent'anni di distanza dall'ultima apparizione, la Fenice ripropone il "Werther", opera in cui la tagliente tragedia esistenziale di Goethe si trasforma in dramma passionale borghese, intessuto peraltro di un'eleganza lirica di fattura spesso raffinata. Spettacolo intimista e piuttosto statico firmato da Rosetta Cucchi. Nel cast, il tenore Jean-François Borras, chiamato all'ultimissimo momento per sopperire alla défaillance del cantante in locandina, si dimostra un abile specialista del ruolo. Come Charlotte, il mezzosoprano Sonia Ganassi trova gli accenti migliori quando il dramma trova il culmine e l'epilogo, negli ultimi due atti. Bella prova dell'orchestra della Fenice, diretta da Guillaume Tourniaire

Henze, l’alternativa all’avanguardia

Le Fantasie per Ottetto, tratte nel 1963 dalla Kammermusik (1958), esaltano la limpida e coinvolgente qualità inventiva dell'autore tedesco, negli anni della maggior incomunicabilità della nuova musica. Le ha proposte a Vicenza - con grande risalto strumentale - l'Ensemble Scharoun dei Berliner Philharmoniker, in una serata per la Società del Quartetto conclusa dal popolare Settimino di Beethoven

Berg, diario musicale di un amore

L'Orchestra di Padova diretta da Nikolas Nägele ha proposto nell'ambito della stagione "Tempi e tempeste" i Tre Pezzi dalla "Lyrische Suite". Si tratta di autentico "giornale intimo" in cui simbologia, numerologia e dodecafonia s'intersecano a formare uno dei capolavori della prima metà del Novecento. Nella serata anche l'Eroica di Beethoven, proposta dal giovane talento tedesco della bacchetta con energia equilibrata quanto incisiva e ottima resa strumentale da parte della formazione veneta

Rachmaninov oltre la maniera

Il pianista Pietro De Maria al Comunale di Vicenza nel secondo Concerto dell'autore russo insieme all'Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Giampaolo Pretto: esecuzione di magistrale equilibrio, che fa piazza pulita della retorica espressiva senza rinunciare a delineare a tutto tondo il lirismo che domina questa pagina. Nella seconda parte spazio alla Settima Sinfonia di Dvořák

Beethoven, le peripezie del suono

Filippo Gamba al Quartetto di Vicenza per la quinta tappa dell'integrale delle Sonate per pianoforte: confronto fra capolavori con la "Waldstein" op. 53 e l'"Appassionata" op. 57, oggi non più molto frequenti nelle sale da concerto. Interpretazione profonda e ben meditata, tale da far emergere le notevoli diversità nella ricerca sonora e le analogie nella costruzione formale