Archivio mensile: gennaio 2020

“Lucia”, Donizetti secondo tradizione

Al Filarmonico di Verona, applauditissima inaugurazione di stagione con uno spettacolo "all'antica italiana" proveniente dal teatro Verdi Salerno, firmato dall'ex sovrintendente areniano Renzo Giacchieri. Nell'insieme, una resa di chiara evidenza narrativa ma anche di notevole staticità e di attorialità insieme retorica e a rischio di caricatura. Compagnia di canto di ottimo livello, con il soprano Ruth Iniesta e il tenore Enea Scala in bella evidenza. Sul podio Andriy Yurkevych

Il castello dei destini senza speranza

In scena alla Fenice (in dittico con "A hand of bridge" di Samuel Barber) l'unico lavoro operistico di Béla Bartók, composto nel 1911 e in scena per la prima volta nel 1918, che ripercorre la favola di Barbablù fra ambiguo simbolismo e forti tensioni espressioniste. Lo spettacolo firmato da Fabio Ceresa mette l'accento, con sontuoso apparato scenografico, sulla dissoluzione psichica dei personaggi, quasi rovesciandone i ruoli. Sul podi Diego Matheuz, fra i cantanti in evidenza il soprano Aušrine Stundyte

Pulcinella, gli inganni di Stravinskij

Il capolavoro che cent'anni fa contrassegnò la "virata neoclassica" del compositore russo, temibile banco di prova esecutivo, è stato risolto con nitidezza ed efficacia dall'Orchestra del Teatro Olimpico. Alla guida della formazione vicentina, ma sempre come violinista di spalla e non dal podio, la tedesca Antje Weithaas. Nel programma anche il Concerto per violino K. 219 di Mozart e la Sinfonia n. 2 di Schubert