Archivio mensile: maggio 2019

“Schicchi”, la modernità del comico

Al Filarmonico di Verona il capolavoro di Puccini in un'edizione ambientata nel primo Novecento che ne sottolinea la tagliente visione sociale, mettendo alla berlina le vittime del raggiro del protagonista. L'opera è stata proposta in abbinata con la sorridente critica metateatrale del "Maestro di Cappella" di Cimarosa. Positiva la direzione della giovane promessa veronese del podio, il ventiquattrenne Alessandro Bonato. Nel cast, in evidenza Alessandro Luongo, Barbara Massaro e Giovanni Sala

Uri Caine, la musica senza confinii

Al teatro Olimpico per il festival Vicenza Jazz, il pianista compositore in trio con Mark Elias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria. Un viaggio che pur senza fare riferimento - come spesso gli accade - ai grandi autori classici, ha disegnato con magnetica efficacia l'autonoma e profonda qualità della sua ricerca creativa. Non senza un gusto molto personale ed eloquente quanto al colore del suono

La Fenice inciampa su “Turandot”

L'ultima opera di Puccini nel teatro veneziano con la regia di Cecilia Ligorio: lo spettacolo vuole essere una fiaba rituale e iniziatica ma rimane nel simbolismo generico senza mai raggiungere il fantastico. Direzione (Daniele Callegari) troppo spinta sul versante veristico, cast deludente nei due ruoli principali, con voci (Oksana Dyka e Walter Fraccaro) poco controllate nel colore e nella linea di canto. Bene Carmela Remigio (Liù) e le tre maschere Alessio Arduini, Valentino Buzza e Paolo Antognetti

Losito, il piano acrobatico di Liszt

Il ventitreenne talento dell'Accademia pianistica di Imola protagonista di un recital al teatro Olimpico di Vicenza, nell'ambito della stagione di "Incontro sulla tastiera". Programma diviso fra Beethoven (compreso il "Chiaro di luna") e Liszt, con una prova rilevante soprattutto in quest'ultimo, scolpito fra virtuosismo ed eloquenza del suono. Triplice bis con gli Studi di Chopin, risolti in eleganza e poesia

Schiff, viaggio in fondo a Beethoven

Al teatro Olimpico di Vicenza, per il festival "Omaggio a Palladio" a cura della Società del Quartetto, l'interprete ungherese ha proposto l'integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra, con la fida Cappella Andrea Barca. Un itinerario stilistico cangiante che ha avuto come fulcro (e probabilmente come momento più alto) il Terzo in Do minore, colto nella sua essenza di punto d'incontro fra tradizione e spirito nuovo. Poesia un po' frenata nel Quarto, grande energia "eroica" nel Quinto a prevalere sul lirismo dell'Adagio centrale. In rassegna anche un concerto sacro haydniano nella Basilica di San Felice, insieme alla Schola San Rocco, e alcune pregevoli pagine cameristiche di Mozart