Archivio mensile: giugno 2019

“Traviata” kolossal senza emozione

Lo spettacolo postumo di Franco Zeffirelli, scomparso sei giorni prima del debutto ma in realtà mai presente in Arena per motivi di salute, è una sorta di antologia di idee e soluzioni visive tipiche del regista fiorentino che si risolve in sovraccarico di immagini e presenze in scena ma non centra il cuore del capolavoro verdiano con la sua rovente temperatura psicologica. Regia (affidata agli assistenti) poco incisiva, compagnia di canto deludente nei ruoli principali di Violetta (Aleksandra Kurzak) e Alfredo (Pavel Petrov). Germont padre aveva la voce usurata ma la grande classe del baritono Leo Nucci

Viaggio nell’infanzia del pianoforte

Sostenuta da sponsor di primo livello come Sokolov e Gergev, con i giornali italiani che già le riservano gli spazi dedicati alle star, la dodicenne russa Alexandra Dovgan ha tenuto il suo secondo recital italiano al Filarmonico di Verona per il Festival della Bellezza. Programma all'antica, in larga parte frammentato e poco significativo oltre il fatto tecnico. Lei si propone con accuratezza e fluidità, suono poco eloquente, scarsa vena comunicativa. Rilevante, non sbalorditiva, ma ha tutto il tempo di crescere

Addio a Zeffirelli, la fede nell’opera

Scomparso a 96 anni il regista fiorentino, amato dal pubblico e meno dalla critica, grande protagonista non solo del cinema e della prosa ma soprattutto del teatro musicale nella seconda metà del Novecento Nei suoi lavori migliori ha saputo coniugare una spettacolarità sontuosa e di gusto impeccabile con le ragioni della drammaturgia. Fu il "re" del Metropolitan di New York e ultimamente dell'Arena

Suoni dell’Armenia, un altro ‘900

Lungo la strada "Dall'Ararat a Parigi", Sonig Tchakerian e Mario Brunello hanno proposto per le Settimane Musicali al teatro Olimpico un fascinoso percorso attraverso musiche rare come la Sonata-Monologo per violino di Kaciaturian, la Partita per violoncello solo del turco Saygun, la Sonata per violino e violoncello di Ravel. Una diversa visione della modernità novecentesca, in composizioni nelle quali le suggestioni "etniche" si confrontano con la forma e l'armonia della tradizione occidentale

Giannini-Mozart, l’ironia non basta

Le Settimane Musicali mettono a segno un bel colpo, portando per la prima volta all'Olimpico il popolare attore, ma la serata basata sulla letture di alcune lettere a tema femminile del salisburghese e su alcune sue Sonate per violino e pianoforte (Tchakerian-Prosseda) riesce solo a metà. I protagonisti sono tutti bravi, ma non c'è spessore drammaturgico dei testi rispetto alle musiche, peraltro proposte fin troppo frammentariamente, quasi siparietti fra una parte recitata e l'altra. E qualche falla tecnica lascia il segno: il microfono sempre aperto dell'attore spesso amplifica anche gli strumenti, specie il pianoforte

Vivaldi-Piazzolla, incroci stagionali

Il concerto inaugurale delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico (che tornano all'antico rinunciando all'opera) ha visto protagonisti la violinista Sonig Tchakerian e l'Orchestra di Padova e del Veneto. Il programma intercalava le Quattro Stagioni del Prete Rosso e quelle "porteñe", cioè di Buenos Aires, scritte all'insegna del tango negli anni '60 dal compositore argentino di origine italiana. In questo caso ne è stata proposta la trascrizione per archi e violino solista approntata da Luis Bacalov cinque anni fa